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Ricordo della stupenda figura di don Giacomo Carrara (1906-1975), missionario salesiano bergamasco, nel quarantesimo della sua morte e nei 200 anni dalla nascita di San Giovanni Bosco. Il suo ministero sacerdotale, vissuto nell'aiutare i ragazzi e i giovani, è collocato principalmente in Turchia, ad Istanbul, in momenti storici segnati da notevoli difficoltà e da mutamenti sociali, politici ed economici che rendevano difficile l'ingresso nella società alle nuove generazioni, verso le quali don Giacomo si prodigò per una formazione morale, religiosa e professionale. Ad Istanbul ebbe occasioni d'incontro fraterno con il conterraneo delegato apostolico, mons. Angelo Giuseppe Roncalli: due vite parallele nella diversità, con le caratteristiche della bontà e semplicità come punto d'incontro; l'uno e l'altro erano uomini che parlavano al cuore, riuscendo a dialogare con tutti, cattolici e non. Don Giacomo fu prete di fede, umanità e santità, di intensa carità e vita interiore, amante della concordia e operatore di pace. Viveva con Dio, gli parlava. La sua esistenza era tutta una preghiera. Un santo dunque? Senza dubbio un bravo prete salesiano completamente innamorato di Dio.